"...Ascoltavo la pioggia...
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
...E la pioggia piangeva...
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi."
Eccoci qui! Miei piccoli batuffolini di cotone

no, non c'è un TARDIS che vi sta traducendo quel che scrivo, bensì ho finalmente deciso -dopo lunghe riflessioni riflesse- di tornare alla mia lingua madre, dato CHE, l'italiano è indubbiamente una delle lingue più ricche e con la quale -ovviamente- posso esprimere al meglio le mie opinioni/sensazioni e raccontare al meglio le mie storielle

ne stavo parlando con L'onii e l'onee di questa cosa e francamente vedrò anche di sistemare anche il resto del blog in modo tale da....reinpatriarlo nella nostra cara e bella Italia. Ok ora sembro troppo patriottica

In ogni caso ho deciso di dare una bella ripulita al mio blog, sistemando prima di tutto le etichette ed i tag. Dividerò le rubriche e sistemerò al meglio questo mio angoletto! Anno nuovo e vita nuova in tutti i sensi! Quest'anno sarà brillante perchè io sono decisa a renderlo tale

Bene, come prrrimissimo post della nuova ME- Ho deciso di prendere in argomento una serie televisiva che ho visto di recente e che mi ha davvero colpita.
Ringrazio principalmente mio padre per avermi fatto involontariamente conoscere questa serie. Lui se la stava guardando tranquillamente sul divano mentre io ero presa a navigare a caso al pc, quando all'improvviso sento parlare uno dei due protagonisti -di cui vi parlerò a breve- che fa uno dei suoi ragionamenti. Ho drizzato le antenne, mi sono voltata verso la tv ed ho esclamato
"non so chi sia quell'uomo, ma sarà il padre dei miei figli"
Comincio col dire che questa serie ideata da
Nic Pizzolatto e mandata ino onda nel 2014 sul canale HBO. La prima stagione è composta da 8 episodi dalla durata di 60 minuti circa per episodio.
Trama:
I due detective Rust Cohle (Matthew McConaughey) e Marty Hart (Woody Harrelson) sono alle prese con la ricerca di un serial Killer in Louisiana, la caccia durò diciassette anni e le vicente sono narrate in archi temporali diversi. O meglio, i due detective raccontano le indagini tramite flash back che coinvolgono anche la loro vita quotidiana e familiare.
I personaggi sono caratterizzati egregiamente ed i dialoghi sono davvero interessanti e ben piazzati, soprattutto quelli di Rust Cohle che è l'uomo che appunto ha attirato particolarmente la mia attenzione. Ottima recitazione, direi egregia da parte soprattutto dei due protagonisti, le scene sono ben calibrate ed i flash back sono miscelati al presente in modo tale da non deconcentrare l'attenzione o sviare dal filo del discorso. E' stato diretto davvero bene da Cary Joji Fukunaga che riesce pienamente a mostrare tutte le caratteristiche di un alienata Louisiana.

v
Luoghi desolati e pieni di polvere, gente ignorante o fanatici religiosi che mostrano una decadenza ed una forte desolazione in tutto il territorio. Non ci sono grandi città o luci sfarzose. Ci sono sangue e camice sporche di sangue o sudore. Tutto ciò da un atmosfera inquietantemente realistica. Mi è piaciuta l'idea di mostrare una forza di polizia che non pensa subito al serial killer, tentando quindi di chiudere la faccenda al contrario dei due poliziotti che pensano che quell'omicidio fosse il primo di una lunga serie. La cosa è davvero realistica, poichè sono molti i casi in america che sono stati archiviati per questo motivo. Ma ora mi piacerebbe concentrarmi sui due protagonisti:
Ho notato che qualcuno non ha apprezzato il carattere dei due poliziotti, etichettandoli come personaggi scontati o stereotipati, altri invece come me, hanno apprezzato molto la caratterizzazione di questi due detective che messi in coppia formano un duo davvero particolare.
Cominciamo col parlare di
Rust Cohle -Husbando *coff*- è un poliziotto che potrebbe essere etichettato come "quello cattivo", un uomo cinico, che dedica completamente la sua vita al lavoro, ossessionato dai suoi casi nei quali si concentra dand tutto se stesso al fine di risolverli, senza badare troppo ai mezzi e senza farsi troppi scrupoli pur di raggiungere il suo obiettivo. I suoi colleghi lo chiamano "Esattore" poichè porta sempre con sè un taccuino per annotare in maniera quasi maniacale ogni singolo dettaglio. Un uomo puramente Nichilista e fortemente razionale nella sua osservazione del mondo, un personaggio a mio parere davvero affascinante che con i suoi discorsi riporta a galla molti pensieri ed interrogativi che anche molti di noi, volenti o nolenti , ci poniamo spesso sul significato o scopo della nostra esistenza. Mi permetto di riportare una citazione, una delle tante che mi ha colpito per farvi capire di cosa sto parlando.
Rustin: Io mi considero un realista, ok? Ma in termini filosofici sono quello che si dice un pessimista
Hart: Che significa?
Rustin: Significa che non sono buono per i party.
Hart: Fattelo dire: non te la cavi un granché neanche fuori dai party.
Rustin: Io penso che la coscienza umana sia stato un tragico
errore dell’evoluzione. Siamo diventati troppo consapevoli di noi
stessi. La natura ha creato un proprio aspetto che è diventato
indipendente da essa. Siamo creature che non dovrebbero esistere,
secondo la legge naturale.
Hart: Sembra proprio una bella stronzata, Rust.
Rustin: Siamo dei semplici oggetti che si affannano inseguendo
l’illusione di avere una personalità. Quest’accrescimento
dell’esperienza sensoriale e dei sentimenti, programmato con la totale
sicurezza che siamo qualcuno, quando in realtà tutti noi non siamo
nessuno.
Hart: Non andrei in giro a dire queste stronzate, fossi in te.
Rustin: Credo che la cosa giusta da fare per la specie sia negare
quello per cui siamo stati programmati: smettere di riprodurci, andare
incontro lentamente all'estinzione. Un’ultima notte insieme come
fratelli e sorelle e poi chiamarsi fuori da questo mondo così ingiusto.
Hart: Quindi perché alzarsi dal letto la mattina?
Rustin: Dico a me stesso che sono un testimone. Ma la vera
risposta è che, a quanto pare, è quello per cui sono stato programmato. E
mi manca il coraggio di suicidarmi.
Parliamo infine di Marty Hart, un personaggio che a mio parere spicca molto meno di Rust, ma che comunque ha il suo ruolo fondamentale nel riempire quello spazio che comunque è necessario per formare un duetto davvero interessante. Il tipico poliziotto che andrebbe considerato "quello buono". Un uomo dedito al lavoro e alla famiglia, almeno apparentemente. Scopriremo infatti ( e molto presto, quindi nemmeno andrebbe considerato spoiler) che quest'uomo è invece distrutto dal suo stesso lavoro, che lo spinge all'alcol e, beh, a seguire gli istinti del suo "membro" alla ricerca di una salvezza che forse nemmeno lui vede con certezza. Marty è spesso alle prese con i discorsi infiniti di Rust, al quale cerca invece di rispondere come se volesse riportarlo sulla retta via. Si considera un "tipo normale" e possiamo considerare le sue scapparelle come crisi di mezza età.
"Ricordate cosa ho detto sulla maledizione del detective?
La soluzione della mia vita era proprio sotto al mio naso: moglie, figli. Ed io guardavo da tutt'altra parte"
In conclusione, consiglio davvero la visione di questo telefilm. Per i suoi personaggi e l'ambientazione davvero particolare. Una cosa che un pò mi ha fatto storcere il naso è stato il primo omicidio che mi ha ricordato molto gli omicidi tipici della serie televisiva "Hannibal" che è stato prodotto un anno prima.
Ma per il resto davvero è un ottimo telefilm, non vedo l'ora di seguire la seconda stagione che vedrà invece tre nuovi protagonisti, interpretati da:
Colin Farrel, Taylor Kitsch e
Rachel McAdams -waifu n° 25346576-
Buona visione!

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